Nell’ambito delle iniziative a sostegno di Reggio Emilia città senza barriere, si è svolto l’incontro A scuola dai fragili con il ministro Graziano Delrio e la presidente delle farmacie comunali Annalisa Rabitti.
I ragazzi hanno così espresso le loro idee sul concetto di fragilità, proponendo al l’opposto l’idea di forza che li sostiene ogni giorno. Ecco le loro parole.
Buongiorno Ministro Del Rio e ciao Annalisa
Spero che lei si ricordi di noi, ci siamo conosciuti quando ancora era sindaco
di questa nostra città. Ci permetta di chiederLe di pensarci come i forti di
questa società, perché teniamo duro e sopportiamo ogni difficoltà che il
quotidiano ci impone. Siamo eroi del nostro tempo, diplomatici senza
mancare mai di rispetto anche a chi lode non ha. È questo sistema che ci
rende fragili costringendoci a reclamare i nostri diritti di persone e di
cittadini, noi non vogliamo privilegi ma solo ciò che serve per vivere con
dignità come ogni altro essere umano.
Inclusione e uguaglianza si incontrano nel diritto alla individualità.
Continuerete a farci sentire fuori se utilizzerete termini che significano
mettere dentro. La vera inclusione è quella che non ha più ragione di esistere.
C’è ancora tanta strada da fare, anche se ne è già stata fatta. Iniziamo dal
discutere dei termini utilizzati per parlare di noi: disabili, diversamente abili,
speciali, fragili, quando si smetterà di metterci delle etichette? Non si usano
termini come ciccione o occhialuto per definire una persona qualunque.
Nella costituzione italiana è scritto, permetteteci di citare i primi articoli:
-La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo (…)
-Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali. (…)
– La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro (…)
Riponiamo fiducia in Roma se Roma ripone fiducia in noi.
Tutto è politica, ma non tutto è rispettoso della cosidetta fragilità. Siamo
risorti dalle nostre dolorose solitudini per parlare di futuro insieme a voi.
Spingete perché la scuola personalizzi i programmi e non li differenzi. Date
dignità al nostro lavoro con legislazioni eque, perché il nostro possa essere un
futuro intelligente. Obbligate proprietari ed enti pubblici ad abbattere le
barriere architettoniche, sostenete con i giusti stanziamenti i nostri luoghi di
vita!
Proponiamo di parlare con i governanti se vogliono ascoltarci per il futuro di
tutti, anche andando a Roma .
Auspichiamo un cambio di mentalità: un’unica specie, quella umana.
Sentiteci uniti a voi.
I RAGAZZI E LE RAGAZZE INDOMITI DEL GIARDINO DEL BAOBAB DI REGGIO EMILIA